mercoledì 25 febbraio 2015

In Salaborsa i libri finiranno nel distributore automatico

Pronta la rivoluzione del prestito in biblioteca. Dipendenti preoccupati di perdere il posto. Il direttore Bellettini: “Il mondo va avanti”

Rivoluzione in arrivo in Salaborsa. Presto i computer si occuperanno del prestito al posto dei bibliotecari in carne ed ossa, che ora temono per il lavoro. «Ma il mondo va avanti» li gela il direttore Pierangelo Bellettini. 

Sarà un vero e proprio cambiamento radicale per la biblioteca di piazza del Nettuno, pronta a installare più postazioni con lettori di codici a barre. Dopo una veloce strisciata, basterà appoggiare o prendere il volume su un nastro di scorrimento, a seconda che si tratti di un prestito o di una consegna.Un po’ come si fa oggi all’aeroporto con i bagagli. Il personale umano resisterà solo per la fase di archiviazione, per mettere e togliere i libri dagli scaffali. Tutto il resto diventerà elettronico, come da tempo succede in alcune casse dei supermercati. La novità che fa tremare i bibliotecari è prevista nel “Piano Programmatico 2014” di Istituzione Biblioteche, laddove si annuncia l’attivazione di un «servizio di autoprestito mediante l’installazione di Rfid (Radio frequency identification) che darà la possibilità agli utenti di procedere direttamente al prestito e alla restituzione senza l’intermediazione di un addetto». 

Una doccia gelata per i dipendenti esternalizzati della cooperativa Working, 37 addetti che ora temono di restare senza lavoro. «Siamo preoccupati, per noi tutto questo vuol dire un taglio di organico. Magari non per tutti, ma di sicuro ci sarebbe meno occupazione in Sala Borsa» lancia l’allarme Manfredi Storaci, delegato Filcams Cgil dei lavoratori. Ma il futuro non si può fermare, fa capire il direttore dell’Istituzione Pierangelo Bellettini: «Cosa volete che dica, il modo va avanti. In mezza Europa si fa già così e da alcuni anni anche a Casalecchio di Reno. Una sperimentazione simile è già in corso anche in città alla biblioteca “Casa di Khaoula” a alla “Natalia Ginzburg”. Capisco la preoccupazione dei lavoratori, ma la strada da intraprendere è quella della riduzione delle spese che riguardano Salaborsa». E ammette: «Questo può voler dire un minor ricorso a ore di servizio ausiliare, ma non matematicamente a una riduzione delle ore di lavoro. Potrebbero infatti anche subentrare altri servizi». Ma il condizionale è più che mai d’obbligo in questi casi. 

L’unico scoglio da superare per realizzare la Salaborsa 2.0 è quello dei soldi. Servono all’incirca 300 mila euro e se la vicesindaco Silvia Giannini sarà in grado di trovarli in questo ennesimo difficile bilancio da chiudere, allora si potrà subito partire e nel giro di tre anni addirittura ammortizzare la spesa. Nel corso del 2013 sono stati 742 mila i prestiti avvenuti in Salaborsa, poco più della metà legati a libri o audio libri e il resto a video o cd musicali. Un dato che rispetto al 2012 è aumentato del 22% (585 mila prestiti), a fronte di un vistoso calo di visitatori, 160 mila in meno rispetto al 2010. Un servizio che quindi ancora rende in termini numerici e che nei prossimi mesi potrebbe essere del tutto affidato alla tecnologia. «Ma una macchina – protesta Storaci – non ti consiglia libri, film e cd. Non aiuta un utente in difficoltà, non sgombera una biblioteca se suona l’allarme antiincendio. Non resta qualche secondo o minuto in più a parlare con un vecchietto che ha bisogno di essere ascoltato. Non zittisce un cafone che urla al telefonino. Questo noi abbiamo fatto e vorremmo continuare a fare, perché siamo convinti che le biblioteche non sono un supermercato».

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